Gli alberi incessantemente disegnati da bambino sono diventati una professione. E ogni volta, ogni storia, è diversa. Nella corte contemporanea in città la natura del giardino sarà determinata dal rigore dell’architettura imposta da quel preciso spazio. Nel giardino alpino a comandare è l’altitudine: il metro di neve d’inverno, con l’escursione termica della notte che può arrivare oltre -20° centigradi. Nell’ isola mediterranea incide la natura del terreno, una crosta continua di roccia battuta dai quattro venti. Nel cuore nevralgico della città i riferimenti del mondo vegetale sono lontani, entra in gioco la fantasia di una natura diversa.

 

Riconoscere i luoghi di origine delle piante e il loro adattamento, mi aiuta nell’ esercizio del sopralluogo. La visita al sito dove si dovrà progettare è un momento importante, la priorità è capire bene la natura del luogo. L’osservazione di tutte le componenti di un paesaggio è il punto di partenza per delineare nuovi segni. Le preesistenze arboree sono estremamente significative, sia all’interno della zona d’intervento, sia nelle zone limitrofe, sino a quelle più lontane; sono il punto di partenza per decidere le future scelte botaniche, per creare continuità e armonia con il paesaggio. Anche gli elementi minerali del posto sono un importante riferimento per essere in sintonia con i caratteri topici di un giardino.

 

 

Una volta eseguito il sopralluogo, dopo aver lasciato il sito, le idee cominciano a mettersi a fuoco. Ma anche quando giro in bicicletta per la città. Camminare, per me è, forse, uno dei momenti migliori, perché le idee fluiscono, libere dalle preoccupazioni quotidiane; mentre passeggio, esse incominciano a cristallizzarsi.

 

Una volta fatte le opportune fotografie le immagini si materializzano in studio, sul tavolo. Le disegno. In questa fase riesco tenere un filo diretto tra la mente e la mano, e a imprimere magicamente sulla carta quello che sento, pregustando le emozioni straordinarie di quando i segni si libereranno come gesti sul terreno.

 

Il giardino deve sedurre, sorprendere, provocare emozioni, stati d’animo in chi lo percorre e in chi lo vive. Senza spazialità di pieni, vuoti, piani, declivi, prospettive, teatri e spazi intimi, non c’è architettura.I giardini saranno contemplazione vivente dei segni imposti sul terreno, che rimandano alla tradizionale funzione di un luogo di quiete, buon ritiro, silenzio, meditazione, bellezza del guardare e raccogliere fiori e frutti.

 

Il testo è tratto da “Disegnare con gli alberi. Storie di giardini” pubblicato da Mondadori nel 2018: Disegnare con gli Alberi. Storie di Giardini.